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SERGIO SORRENTINO: | "TEMPUS FUGIT - past and future in the contemporary guitar music" SC004 | ||
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Tempus Fugit is a musical journey through Time. The guitar (instrument with an archaic sound and at the same time particularly peculiar for the New Music) lives in a border area, in a sort of Time “limbo”. That's why the guitar (classical, electric, baroque or beating guitar, particular kind of instrument that belongs to the South of Italy ancient musical tradition) is explored by contemporary composers through evocations of ancient sounds, sonic research, avant-garde innovations, visionary and futuristic electronics. Time flies (Tempus Fugit) with the guitar, between past and future ...
Tempus
Fugit è un viaggio sonoro e poetico attraverso il Tempo. La
chitarra, strumento dalla sonorità arcaica, compie un viaggio in una
zona di confine, in un limbo temporale. Essa si pone all'attenzione
dell'ascoltatore in qualità di medium di cose passate ed allo stesso
tempo di macchina sonora portatrice di ambientazioni futuristiche. E
lo fa tramite il repertorio contemporaneo più recente e legato
all’avanguardia storica. La chitarra, sia essa moderna a sei corde,
sia elettrica, barocca e battente, viene esplorata dai compositori
contemporanei tra cellule di mondi antichi, ricerca timbrica,
innovazioni avanguardistiche, ricerca elettronica.
Il
Tempo vola (Tempus Fugit) con la chitarra, tra passato e futuro...
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Tutto
parte con una mia libera improvvisazione in solo (Impro Prelude)
che ha il compito di introdurre il viaggio. Si procede poi con la mia
De Citharae Natura (brano premiato al Concorso Petrassi del
Conservatorio di Santa Cecilia di Roma), composizione ispirata alla
natura antica e modale della chitarra ed ai suoni più intimi e meno
ricercati delle sei corde. Il brano consiste in una ricerca poetica
della profonda “natura” chitarristica ispirata da alcuni versi
di Neruda e di Emily Dickinson (“Sfiora appena la dolce chitarra
della Natura”) e rappresenta uno dei brani più indicativi della
mai personale ricerca compositiva.
Si continua tramite continui corto circuiti temporali (Preludio ad una Serenata di Massimo Munari, brano dall'estetica contemporanea ma destinato ad uno strumento barocco; CHAHACK di Maurizio Pisati, un'intrusione chitarristica ed elettronica sulla Ciaccona di Bach; Consonancias y Redobles di Azio Corghi che invia al mondo di oggi segnali di un glorioso passato musicale; Vjersh di Ivano Morrone, che inserisce uno strumento di origine popolare ed antico in un contesto elettronico fortemente avanguardistico; Buleria a quattro di Fabio Cifariello Ciardi che unisce in una complessa e virtuosistica scrittura contemporanea i ritmi arcaici della buleria e Bach). Il newyorkese Andrew McKenna Lee ci trascina nel futuro con Sunrise from the Bottom of the Sea, quasi un “Concerto” per chitarra e tape ispirato al genio di Jimi Hendrix (in particolare al brano Are You Experienced?). Rimaniamo nel futuro con la Serenata per un Satellite di Bruno Maderna (qui riproposta in una mia “visionaria” versione per chitarra e diversi effetti sonori). Il grande compositore veneziano collega un forma antica e popolare come la Serenata con l'immagine futuristica del lancio di un Satellite e con procedimenti di alea ed improvvisazione controllata propria dell'Avanguardia degli anni Sessanta e Settanta. Tutto termina con una mia libera improvvisazione finale (Impro Postlude) che chiude il cerchio richiamando alcuni elementi della prima improvvisazione. Buon ascolto, Sergio Sorrentino |