SR0802 - T R I O: "BILL'S HEAVEN - to Bill Evans"
Antonio
Cavicchi (chitarra)
- Ares Tavolazzi (contrabbasso)
- Riccartdo Biancoli (batteria)
Un
Trio
Jazz che propone un
omaggio a Bill Evans può apparire azzardato, ma
non è questo
il caso: in questa circostanza
infatti manca del tutto il pianoforte e il progetto è
incentrato sul Bill Evans
musicista, compositore e performer, con interpretazioni di elevato
spessore.
E’ il risultato di una proficua collaborazione tra i tre musicisti italiani, che in questo CD si fanno apprezzare per eleganza, finezza ed interplay. |
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Per
funzionare bene, una conversazione ha bisogno di tre requisiti: una
lingua
comune, la disponibilità ad ascoltare, un argomento
interessante. Il lavoro che
da anni compiono Antonio Cavicchi, Ares Tavolazzi e Riccardo Biancoli
– per la
prima volta raccolto in questo cd – li soddisfa tutti. Come
buoni conversatori
i musicisti usano infatti una lingua comune, di chiara matrice
jazzistica;
intrecciano le voci valorizzando le sfumature delle pronunce
individuali;
concentrano l’attenzione su un argomento di assoluto valore:
l’universo di Bill
Evans.
I
brani che si ascoltano sono infatti dello stesso Evans (Turn
Out The Star, Periscope,
Show Tipe Tune,
Funkallero),
o composti per lui (Mother
Of Earl e
How My Heart
Sings), o firmati da musicisti
con una sensibilità
affine alla sua (Down
From Antigua).
Con
l’aggiunta di
due standard: I
Fall In Love Too Easily
e How Deep is
the Ocean.
Alla
buona riuscita dell’impresa concorrono però altri
motivi. Innanzitutto la
ricerca di un “suono” in grado di restituire una
particolare tonalità emotiva,
poi la scelta del “trio”: che non è solo
la struttura minima affinché una
costruzione si regga in piedi, ma anche la formula in grado di evitare
il
facile rispecchiamento del rapporto duale (io-tu). Ne consegue
ovviamente un
certo modo di improvvisare, che non si risolve nella pratica di una
sperimentazione radicale ma funziona come spazio di libertà
individuale a
partire da alcune regole condivise.
È
in questo particolare e delicato equilibrio che si coglie la cifra di
questo
progetto, alla cui “paradisiaca”
felicità rimanda l’eco stessa del nome di
colui che l’ha ispirato.
Giorgio
Rimondi
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