Jazz -
Generica Silta Records catalogo: Sr 0801 Recensito su Suono n° 421 del 10-2008
Questo disco è un incontro
ravvicinato con un grande musicista (accompagnato dal bassista
italiano Giorgio Dini), protagonista assoluto in quella area del
jazz più legata all’improvvisazione ed allo sperimentalismo. In
possesso di una tecnica di assoluto livello e con una padronanza
strabiliante delle due mani sulla tastiera (cosa per cui è famoso)
Borah Bergman ha un approccio al pianoforte caratterizzato da piena
libertà, cambiamenti di ritmo repentino, imprevedibilità e
suggestioni profonde e improvvise che creano inattesi momenti di
emozionante poetica. One More Time (introdotto brevemente
dalla voce del pianista prima della partenza di One More) è
un disco rivelatore della sapienza di questo artista (nato nel 1933
a New York) che può illuminare la scena e catturare anche
l’attenzione di coloro che per gusto si sentono lontani
dall’avanguardia propriamente detta. Bergman ha lavorato con tanti
dei protagonisti del free della stagione d’oro, ed ha un modo di
suonare ed uno stile che non possono non richiamare alla mente
maestri come Lennie Tristano e Thelonious Monk. Le mani scorrono
sulla tastiera talora rapide e sfuggenti, talatra vi si fermano
meditabonde a ricamare brevi melodie ed accenni di struggente
romantica bellezza, per poi abbandonarle ancora. Nel suo creativo
percorso attraverso le sette tracce, tutte improvvisate, viene
ottimamente supportato dal contrabbassista italiano Giorgio Dini, a
suo agio con la materia e preciso nel creare una base e a dialogare
con Bergman in diversi momenti del lavoro (belle suggestioni in A
Patter of Footsteps).